La Regione stanzia 500mila euro per le mense scolastiche a chilometro zero

Importante provvedimento approvato dalla Regione Toscana: incentivi in vista per quei Comuni che aprono a prodotti per le mense scolastiche a chilometro zero.

La Regione stanzia 500mila euro per le mense scolastiche a chilometro zero
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Incentivare un maggiore consumo di prodotti agricoli e alimentari del territorio, alzare il livello di qualità dei pasti delle mense a chilometro zero e diffondere la cultura del buon cibo e delle tradizioni alimentari toscane. Un esempio del genere, nella nostra provincia, riguarda le mense di Quarrata.

Incentivi per le mense scolastiche a chilometro zero, come a Quarrata

E’ il senso della legge che introduce i prodotti a chilometro zero nelle mense scolastiche e che è stata approvata all’unanimità dal Consiglio regionale .

“E’ un bel segnale per il territorio – commenta il consigliere regionale del Pd Marco Niccolai, membro della commissione Sviluppo economico di Palazzo del Pegaso – che può dare ai Comuni, alle aziende appaltatrici e produttrici la spinta giusta verso la valorizzazione della nostra agricoltura. Proprio in provincia di Pistoia alcuni comuni, penso ad esempio al Comune di Quarrata, sono andati in questa direzione, diventando quindi un esempio da seguire per la Toscana. Sappiamo quanto è importante la produzione a chilometro zero: più salute, meno costi di trasporto e spedizione, freschezza del cibo, meno inquinamento e soprattutto la garanzia di conoscere esattamente la provenienza e l’intero percorso del prodotto. Far arrivare tutto questo nelle scuole, divulgando così i prodotti della nostra tradizione, è un successo della nostra regione di cui vado particolarmente fiero”.

Niccolai entrando nel dettaglio della legge spiega che “la norma è finanziata con 500mila euro l’anno per il 2020-2021, prevede uno stanziamento da parte della giunta di progetti pilota predisposti dai Comuni o dal soggetto erogante il servizio di mensa scolastica, previo esperimento di una procedura di evidenza pubblica a partire dal 2020. Il progetto pilota deve prevedere l’utilizzo, nella preparazione dei pasti, di almeno il 50 per cento dei prodotti a chilometro zero, certificati e non certificati, e almeno un’iniziativa di informazione e sensibilizzazione dei fruitori della refezione scolastica”.

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