Ex moglie ed ex compagna si mettono d'accordo per rovinargli la vita

A raccontare quello che è successo è stata la stessa vittima, 52 anni, che di lavoro fa la guardia giurata.

Ex moglie ed ex compagna si mettono d'accordo per rovinargli la vita
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Ex moglie ed ex compagna si sono messe d’accordo per «rovinargli la vita».
Sembra la classica commedia all’italiana, da andare a vedere comodamente al cinema, ma invece si tratta di vita vera e del racconto fatto da un carmignanese davanti al presidente e al collegio del tribunale di Prato.

Ex moglie ed ex compagna si mettono d'accordo

E’ stato lui a denunciare le due donne insieme a un uomo, un agente della polizia giudiziaria di Firenze.
A raccontare quello che è successo è stata la stessa vittima, 52 anni, che abita a Carmignano e di lavoro fa la guardia giurata.
A lui per prima cosa il pm ha chiesto di spiegare i rapporti con la sua ex compagna:

«Dopo la mia separazione con la mia ex moglie ho intrapreso una relazione con M. C., durata tre o quattro anni. Un giorno ricevetti una telefonata da mia sorella che diceva di dovermi parlare. Andai da lei e mi disse che M. C. si era fatta dare una collana mia e se l’è venduta. Io esterrefatto chiamai M. C. che mi confermò di averla venduta perché aveva bisogno di soldi. Così mi sono lasciato. Ho interrotto in quel momento la nostra relazione».

Il racconto dell'uomo

Era il 2014.
«Dopo qualche tempo iniziano ad accadermi cose strane - ha continuato l’uomo - Per esempio quando scendo di casa e trovo le gomme dell’auto bucate. Ho fatto regolare denuncia contro ignoti e sono andato avanti. Dopo qualche settimana mi vedo arrivare i carabinieri a casa. Mi suonano il campanello io apro e vedo davanti a me questo maresciallo. Io preoccupato, credevo fosse successo qualcosa a mia figlia (avuta con la ex moglie, ndr). Mi dice che doveva fare una perquisizione di casa mia perché avevano ricevuto una dichiarazione che io ero in possesso di droga e armi non denunciate. Io rimango un po’ così. Li faccio entrare, erano quattro persone, il maresciallo e altri tre carabinieri. Effettuano la perquisizione senza trovare niente e vanno via. Conoscevo il maresciallo solo perché tempo prima ero andato in caserma a denunciare l’arma in mio possesso, io sono una guardia giurata, e ricordo che c’era lui. Comunque subito dopo la perquisizione chiamo subito mia sorella che appartiene alle forze dell’ordine, Polizia di Stato, per spiegarle quello che era appena successo. Nei giorni successivi vado a fare denuncia per questa cosa perché non mi tornava».
Ma la cosa non finisce qui: «Dopo qualche giorno da questa perquisizione mi viene bloccato il bancomat. Provo a prelevare ma il bancomat è bloccato. Subito chiedo spiegazioni alla banca ma mi dicono che io l’ho bloccato, mandando il mio codice. Poi si risolve e mi danno un altro bancomat con un altro codice».
Una situazione che ha del paradossale e a cui lo stesso non riesce a darsi una spiegazione, come se il fato in quel periodo si fosse accanito contro di lui.

La confessione dell'ex compagna

«Qualche giorno ancora dopo ricevo una telefonata dalla mia ex compagna, M. C.. Mi dice che mi deve parlare seriamente e mi deve far sentire delle registrazioni. Così ci diamo un appuntamento. Arrivato sul posto lei prende il cellulare, apre whatsapp e mi fa sentire dei dialoghi tra lei e la mia ex moglie, E. T.».
In queste registrazioni l’uomo sente frasi che gli fanno tornare tutto: «Sentivo frasi come “il giorno tal de tali avverrà la perquisizione”, “lo dobbiamo rovinare, gli dobbiamo far perdere il lavoro, la figlia, lo dobbiamo denigrare, deve morire, deve passare tutti i guai possibili e immaginabili”. Tra le altre cose sento anche che loro in tempo reale hanno saputo quando è avvenuta la perquisizione a casa mia: “Mi ha chiamato ora Aldo e mi ha detto che la perquisizione non è andata buon fine, dobbiamo trovare un altro modo di rovinarlo”. Lei mi ha detto che mi aveva fatto sentire questi messaggi vocali perché voleva essere perdonata per il furto della collana e tornare con me. Nella stessa registrazione confessava di essere stata lei (la ex compagna) a farmi bloccare il bancomat e che avrebbe dovuto trovare un altro modo per farmi rimanere a piedi».

L'inizio del processo

Insieme alla sorella l’uomo decide di sporgere denuncia e la stessa ex compagna li segue decidendo spontaneamente, forse con la speranza di tornare insieme all’uomo, di dare alla Polizia a cui fa denuncia l’uomo, il cellulare con tutti i messaggi audio che si era scambiata insieme all’ex moglie.
Venerdì 22 novembre 2019 è iniziato il processo, dove è stata ascoltata la parte offesa, quindi l’uomo, e la Polizia di Stato dove l’uomo ha sporto denuncia. Tra gli imputati, tre in tutto, la ex moglie, la compagna e l’agente della polizia giudiziaria di Firenze, era presente solo quest’ultimo.
Appuntamento a maggio prossimo, quando verranno ascoltati la sorella della parte offesa e i carabinieri della stazione di Poggio a Caiano che perquisirono la casa della vittima, dopo le dichiarazioni rilasciate dalle due donne.

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