Finisce l'incubo dopo più di 30 anni di processo per un disabile

Il giudice, non dovrà più attendere il decorso dei termini di prescrizione per far concludere il processo di una persona irreversibilmente incapace ma dovrà immediatamente pronunciare la sentenza di non doversi procedere.

Finisce l'incubo dopo più di 30 anni di processo per un disabile
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L’uomo tetraplegico, dopo un grave incidente, fu accusato di omicidio colposo. Su Bisenziosette lo scorso anno uscì l'articolo con la sua storia.

Finisce l'incubo dopo più di 30 anni

«Non luogo a procedere per incapacità irreversibile dell’imputato di partecipare al processo». E’ stata questa la sentenza emessa dal tribunale di Pisa venerdì 4 maggio 2018 che ha messo fine a un procedimento penale andato avanti per oltre 30 anni nei confronti di un uomo campigiano che vive su una sedia a rotelle.
Una vicenda dolorosissima che, alla fine degli anni ‘80, aveva scosso Campi Bisenzio, scioccando un’intera comunità.

La storia

Un caso, finito in tragedia alle quattro del mattino dell’8 agosto del 1986, quando due ragazzi di Campi Bisenzio e due sorelle di Firenze, andarono a battare contro una palo della luce.
Erano a bordo di una Golf e stavano tornando a casa dopo avere trascorso una serata in discoteca in un locale della Versilia.
Un incidente terribile. Il ragazzo che guidava la macchina finì in coma e l’amico che era seduto accanto a lui morì poco dopo.
Da allora ad oggi, il processo nei confronti di quest’uomo che oggi ha 53 anni e abita a Campi, accudito dalla sorella, è andato avanti senza che lui sapesse niente. Come non ha mai saputo niente della morte del suo amico.

Continui controlli per processarlo

L’accusa nei suoi confronti era omicidio colposo. In tutti questi anni l’uomo, affetto da tetraplegia spastica con afasia, è stato sottoposto a periodici controlli per stabilire qualche mutamento che potesse permettere all’imputato di affrontare il processo. Verifiche imposte dalla legge che, come spesso accade, non fa i conti con realtà drammatiche, destinate a rimanere immutate.

Sentenza

La sentenza è stata resa possibile dall’entrata in vigore nel giugno scorso, delle modifiche alla vecchia disciplina in tema di sospensione del processo per incapacità irreversibile dell’imputato a partecipare coscientemente al giudizio. Alberto Chiocchini è il legale d’ufficio che ha assistito l’uomo, accusato di omicidio colposo. Per arrivare e emettere questa sentenza, sono passati più di 30 anni ed è stato necessario modificare la legge altrimenti il procedimento legale sarebbe andato ancora avanti.

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