Mostro di Firenze: spunta un nuovo Dna, e non è di nessuno

Dalla scena del delitto degli Scopeti: non appartiene a nessuna delle persone finite nella pluridecennale indagine.

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(NEL FILMATO, LA SCENA DEL DELITTO DEGLI SCOPETI)

A distanza di decenni l'aura di mistero attorno ai delitti del Mostro di Firenze non accenna a diradarsi: ora spunta anche il DNA di una persona mai finita nelle maglie dell'indagine infinita.

Mostro di Firenze: c'è un nuovo "mister x"

L'ultimo delitto del Mostro di Firenze risale al settembre 1985.

Sono passati 34 anni e ancora la vicenda rimane ammantata di mistero, malgrado nel settembre del 2000 una verità processuale si sia cristallizzata con la condanna in Cassazione per Vanni e Lotti, i "compagni di merende", e implicitamente anche per Pietro Pacciani, che era morto un anno prima.

Eppure, a Firenze, c'è ancora un fascicolo d'indagine aperto: è a carico di un legionario di Prato 89enne, Giampiero Vigilanti, e finora non ha portato da nessuna parte. E in questo contesto investigativo si scopre ora che dai reperti dell'ultimo delitto, quello sulla piazzola degli Scopeti, a San Casciano Val di Pesa, è spuntato un nuovo DNA: un frammento di profilo genetico isolato dai pantaloni della vittima Jean Michel Kraveichvili che non sarebbe riconducibile a nessuna delle tante persone finite nella pluridecennale indagine.

Nuovo Dna, e non è di nessuno

Ma chi è questo inedito "mister x"? Non è il legionario indagato e non lo sono le persone a lui collegate, ma andando a ritroso nel passato si scopre che non si tratta nemmeno di Pietro Pacciani, indicato anche da alcuni testimoni come autore del brutale assassinio insieme a Mario Vanni (il che ha fatto saltare sulle sedie i tanti analisti da sempre poco convinti della verità processuale confermata nel 2000).

Il dubbio però resta a proposito di Vanni, ma anche di Giancarlo Lotti, i cui profili genetici non sono mai stati immagazzinati.

Il delitto degli Scopeti dell'85

E’ l’8 settembre 1985 quando accade. A San Casciano, 20 chilometri a Sud di Firenze, c’è uno spiazzo fra i cipressi, lungo via degli Scopeti, a non molta distanza dal cimitero americano.

Forse Jean-Michel Kraveichvili e Nadine Mauriot non sanno nemmeno della faccenda del mostro. Lui ha 25 anni e fa il musicista, lei ne ha 36 e s’è appena separata dal marito: insieme se ne vanno dal paesino francese di Audincourt per trascorrere un periodo di vacanza in Italia e approdano per caso agli Scopeti: posteggiano la Volkswagen bianca e accanto montano la loro tendina blu.

Mostro di Firenze: spunta un nuovo Dna e non è di nessuno
Jean-Michel Kraveichvili e Nadine Mauriot

Qualcuno taglia con un coltello la tenda da dietro, qualcun altro invece - secondo la ricostruzione maggiormente assodata - è sul lato dove si trova l’ingresso e spara. Il ragazzo viene inseguito e finito col coltello mentre prova a scappare. Lei viene tirata fuori dalla tenda e mutilata del pube e del seno sinistro, poi l’assassino riporta il corpo nella tenda.

L’intento è quello di ritardare il ritrovamento (essendo stranieri fra l'altro difficilmente sarebbe stato lanciato un allarme per la loro scomparsa) e lanciare una macabra provocazione all'indirizzo degli inquirenti: il mostro infatti invia al sostituto procuratore Silvia Della Monaca una busta contenente il capezzolo della ragazza, ma il colpo di teatro non va in porto, perché due ore prima della consegna della missiva un cercatore di funghi si imbatte nei cadaveri.

La scia di sangue lasciata dal mostro di Firenze finisce qui, l’8 settembre 1985, 11 anni dopo il primo delitto e ben 17 dopo il cosiddetto delitto zero del 1968 a Signa, quando gli amanti Antonio Lo Bianco e Barbara Locci venero freddati con la stessa pistola Calibro 22 poi utilizzata nei sette omicidi a sfondo sessuale successivi.

 

daniele.pirola@netweek.it

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