Pistoia, inaugurato un nuovo circolo Anpi

Il primo circolo Anpi intitolato ad una donna è stato inaugurato l'8 marzo all'interno della sede della Camera del Lavoro di Pistoia, in via Puccini.

Pistoia, inaugurato un nuovo circolo Anpi
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La cerimonia nel giorno della festa della donna, 8 marzo, all'interno della Camera del Lavoro di Pistoia in via Puccini: il nuovo circolo Anpi è intitolato ad Alberta Santini Sambusida, partigiana pistoiese.

Ecco il nuovo circolo Anpi

Da ieri l’ANPI ha un nuovo circolo all’interno della Camera del Lavoro di Pistoia, il primo della nostra Provincia intitolato ad una donna, la professoressa Alberta Santini Sambusida, partigiana pistoiese e dirigente del Gruppo di Difesa della Donna.

“L’idea di fondare un circolo ANPI nella nostra Camera del Lavoro è nata alcuni mesi fa, quando la Sezione  Gheradini ci ha proposto di rendere più strutturato un rapporto che in realtà c’è sempre stato, poiché l’ANPI ha sempre avuto, negli anni, un proprio nucleo in Camera del Lavoro. Abbiamo deciso di rendere ufficiale questa prassi proprio in questo momento con un chiaro intento politico: per significare pubblicamente che, nella fase di
pericolosa regressione sociale e democratica che stiamo vivendo, la CGIL e l’ANPI procedono di pari passo, intrecciando ed intersecando i loro percorsi in maniera ancora più forte ed articolata di sempre. E’ fondamentale che, proprio adesso, nascano nuovi circoli ANPI ed è nello stesso modo importante che nascano proprio nelle Camere del
Lavoro, presidi, come le sezioni ed i circoli ANPI, di democrazia, di legalità, di antifascismo ed antirazzismo” - dichiara Silvia Biagini della segreteria CGIL Pistoia nel corso dell’inaugurazione che ha ospitato l’intesa ed interessante lezione della professoressa Luciana Rocchi dell’Istituto Storico della Resistenza di Grosseto, sul
determinante ruolo delle donne nella Resistenza e sull’ombra di silenzio che, tuttavia, ha per lunghi anni pervaso la loro presenza.

Un ritratto di Alberta Santini Sambusida

“Il protagonismo delle donne durante la Resistenza è caduto nel silenzio e quasi rimosso – afferma Luciana Rocchi - La loro scelta di disobbedienza civile è stata per molto tempo pervasa da stereotipi ed imbarazzo. In questo momento è necessario ripercorrere in modo critico la storia di quegli anni e di quelli successivi così da avere gli strumenti per
comprendere come mai ci troviamo in questa fase. Ed è fondamentale farlo senza retorica per opporsi a quella subdola azione persuasiva che pare abbia la meglio su quelle che sono sembrate certezze e valori universali”.

"La partecipazione delle donne alla Resistenza, in particolare, il ruolo svolto dai “Gruppi di difesa della donna” - afferma Rosalba Bonacchi, vice Presidente Sezione ANPI Gherardini - rappresenta una svolta epocale, così come la presa d’atto della presenza femminile ha modificato l’idea stessa di Resistenza, quella tramandata fino ai primi anni Settanta, in cui si è raccontato unicamente di eroici giovanotti che, armi in mano hanno combattuto contro uno dei più attrezzati eserciti del mondo. Ferruccio Parri nel novembre del 1945 disse che senza le donne non ci sarebbe stata la Resistenza. Si trattò di un’affermazione importante, che tuttavia fu trascurata per molti anni dalla storiografia ufficiale. Per decenni a livello storiografico ed istituzionale il contributo delle donne alla Resistenza è rimasto relegato ad un ruolo secondario, puramente assistenziale e materno, dato che la Lotta di Liberazione è stata tutta declinata" al maschile. La Resistenza, può dunque rappresentare l’ingresso delle donne nel mondo come titolari di diritti, come cittadine".

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