Scandalo nei centri di accoglienza: chi non ha vigilato è complice

Il consigliere regionale Andrea Quartini: “Avevamo denunciato storture e anomalie, ma nessuno ci ha ascoltato.

Scandalo nei centri di accoglienza: chi non ha vigilato è complice
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Il consigliere regionale Andrea Quartini: “Avevamo denunciato storture e anomalie, ma nessuno ci ha ascoltato. Nulla è più nauseante che lucrare sul dolore delle persone. Chi non ha controllato cosa avveniva è moralmente complice. Ne chiederemo conto”

 

Una vicenda emblematica

La vicenda dei centri di accoglienza per i richiedenti asilo è emblematica ed emerge in tutta la sua gravità anche nella regione Toscana.
“Lo diciamo da sempre: niente – spiega il consigliere regionale del M5S, Andrea Quartini - può essere più nauseante che lucrare sul dolore e sul disagio delle persone. Approfittare delle fragilità umane e abusarne è insopportabile”.
Il modello di accoglienza diffusa mostra, da tempo, drammatiche lacune. L’ultima notizia, l’arresto di due sospetti “prenditori” dei centri di Lastra a Signa, che pare coinvolgere, peraltro, il consorzio Co&so, lascia davvero indignati.

"Abbiamo emesso molti atti e abbiamo fatto sopralluoghi"

“Abbiamo emesso molti atti che chiedevano conto della gestione dei Cas e degli Sprar toscani. Un’interrogazione - prosegue Quartini - riguardava proprio l’appalto da 6,6 milioni di euro degli Sprar del Fiorentino vinto da Co&so con un iter cucito su misura in cui il consorzio era l’unica realtà partecipante con i requisiti richiesti. Appalto aggiudicato con un’offerta al ribasso scandalosa di un centesimo in meno per ogni categoria di soggetto da accogliere.

Facemmo anche un sopralluogo nei Cas Multicons, altra vicenda salita agli onori delle cronache nazionali”.

Un sistema che fa acqua da tutte le parti

Oggi scoppia un altro caso di sospetta gravissima mala gestione dei richiedenti asilo in Toscana.
“Ci pare lecito pensare – sottolinea l’esponente del M5S - che anche nella nostra regione il sistema dell’accoglienza faccia acqua da tutte le parti e che sia altrettanto lecito denunciare il sospetto di collusioni – se coscienti o meno lo stabilirà la magistratura - tra potere politico e appalti”.
Un modus operandi che, purtroppo, fa ipotizzare che non vi siano differenze qualitative tra gli alfaniani Cara ed il tanto decantato quanto deficitario e oscuro modello toscano.

“Non fa piacere dover fare i conti con queste notizie, ma ci pare il minimo sindacale denunciare l’incuria totale di chi dovrebbe predisporre controlli e vigilare, almeno sul rispetto della dignità umana. Chi non lo ha fatto - conclude Quartini - è moralmente complice di chi ha lucrato e di chi sta lucrando sul dolore e la disperazione di soggetti fragili. E questo è intollerabile. Chiederemo di nuovo conto alle amministrazioni pubbliche, a partire dalla Regione, di riferire immediatamente”.

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