Tunisino minaccia suicidio in stazione

Fermato dalla Polizia.

Tunisino minaccia suicidio in stazione
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Tunisino minaccia suicidio: è successo alla stazione di Siena, dove gli agenti della Polizia Ferroviaria hanno sorpreso un 38enne mentre stava attraversando i binari ferroviari.

Tunisino minaccia suicidio

Informato immediatamente sui pericoli del gesto, l'uomo ha gridato che della sua vita non gli importava ormai nulla, che la sua permanenza in Italia era senza futuro e voleva ritornare in Tunisia.
L’uomo, raggiunto sui binari dalla pattuglia della Polfer è stato tranquillizzato e fatto spostare in sicurezza sul marciapiede, poco prima dell’arrivo del treno proveniente da Empoli.
Agli agenti, ha riferito di non sapere dove andare e che la notte da alcuni giorni, non avendo un alloggio, dormiva in ospedale.

Un'odissea lunga sei anni

Lo straniero, Y.S di 38 anni, ha chiesto infatti espressamente di voler tornare in Tunisia. La sua Odissea era iniziata verso la fine del 2013, quando era emigrato in cerca di un futuro migliore. Nel mese di novembre di quell'anno, dopo aver attraversato il Mediterraneo a bordo dei barconi era sbarcato a Trapani.  All'arrivo in Italia, senza documenti, aveva dichiarato di essere cittadino siriano, per ottenere la protezione. Negli anni a seguire, aveva lavorato un po' ma negli anni non era più riuscito a trovare un’occupazione e negli ultimi tempi aveva vissuto di espedienti. dormendo all'ospedale e di giorno e vagando tra il Centro Commerciale a Piazzale Rosselli e ai bagni della Stazione dove poteva lavarsi. 

Avviate le procedure per l'espulsione

Lo straniero è stato poi accompagnato in Questura, dove la Polizia Scientifica ha effettuato tutti gli accertamenti sulla sua identità e successivamente all'Ufficio dove sono state avviate tutte le procedure per l’espulsione e l’accompagnamento alla frontiera per il rientro nel paese di origine.
Dopo gli accertamenti sull'identità, il tunisino è stato anche denunciato per aver violato il divieto di ritorno a Siena emesso dal Questore. Al termine delle procedure, ha ringraziato i poliziotti della Polfer e dell’Ufficio Immigrazione, per averlo salvato e perché, finalmente, avrebbe potuto fare rientro nel suo paese di origine dove a suo dire, con l’aiuto di parenti ed amici potrà avere un futuro migliore.

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