Pietro Grasso chiude la festa nazionale di Liberi e Uguali

Incontri e dibattiti nella cornice di Certaldo Alto

Pietro Grasso chiude la festa nazionale di Liberi e Uguali
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Pietro Grasso chiude la festa nazionale di Liberi e Uguali. Si è conclusa domenica, con Pietro Grasso, senatore di Liberi e Uguali intervistato da Massimo Vanni, giornalista de La Repubblica, la «Festa nel cuore della Toscana» a Certaldo Alto. E' stata un'occasione, soprattutto, per discutere, per confrontarsi. Diversi, infatti, gli incontri e i dibattiti in programma dedicati al tema del lavoro, dell’inclusione scolastica, del diritto alla salute, del futuro della sinistra nei territori della regione e non solo.

Unità e sinistra

«Parlare insieme di unità e di sinistra oggi può sembrare paradossale, ma non è mai stato così necessario – ha spiegato Denise Latini, coordinatrice di Articolo Uno MdP dell’Empolese Valdelsa - È una sfida che spetta a noi portare avanti, partendo dai temi che stanno al centro della vita delle persone, come il lavoro e la sanità; questioni su cui negli ultimi vent’anni i governi, di destra o di centrosinistra, hanno espresso politiche che molti faticano a distinguere e a cui il governo gialloverde finge di dare risposte La festa a Certaldo Alto è stata l'occasione per discutere e confrontarsi sul futuro della sinistra, dei nostri territori, della Toscana e non solo, perché parleremo anche di quale Europa vogliamo costruire. In questi anni l’aumento delle disuguaglianze, l’insicurezza per il futuro, la perdita dei diritti conquistati in anni di lotte, hanno lasciato attecchire profondamente il populismo nelle classi medio-basse, fra i lavoratori, in gran parte di quelli che nella sinistra avevano sempre trovato una speranza di cambiamento».

Propaganda che mistifica la realtà

«Oggi assistiamo quotidianamente a una propaganda che consapevolmente mistifica la realtà, dirottando l’attenzione dai problemi veri a una pericolosa lotta tra ultimi e penultimi - ha aggiunto Latini -  Così si rafforzano i pochi, i forti, i sicuri, coloro che la crisi non l’hanno nemmeno vista. Noi vogliamo rappresentare invece i molti, coloro che in questi anni hanno perso reddito, lavoro, certezze, coniugando al futuro i valori della solidarietà, dell’uguaglianza, della libertà, dell’onesta, della giustizia sociale. La sinistra ha il dovere di organizzarsi e costruire un’alternativa: un progetto di riscatto comune per il Paese. E deve farlo anche in Toscana, dopo le sconfitte recenti, dando gambe a una proposta credibile, che  possa tornare ad essere voce e strumento del popolo per l’emancipazione di tutte e di tutti».

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