Quanti sono i campigiani beneficiari del reddito di cittadinanza?

Paolo Gandola ha presentato un'interrogazione sui lavori di pubblica utilità.

Quanti sono i campigiani beneficiari del reddito di cittadinanza?
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Quanti sono i campigiani beneficiari del reddito di cittadinanza?

 

Quanti sono i residenti a Campi Bisenzio che hanno visto accogliere la domanda per beneficiare del reddito di cittadinanza? E’ questa una delle domande che Paolo Gandola, capogruppo di Forza Italia, ha previsto nell’interrogazione presentata nei giorni scorsi con la quale si chiede all’amministrazione comunale se sia stato già stato sottoscritto il patto per l’inclusione sociale.

Come noto, precisa Gandola, in Italia le persone interessate dal reddito di cittadinanza risulterebbero 1,3 milioni su scala nazionale, mentre in provincia di Firenze, dai dati finora presentati, le domande inoltrate sono state 5600 mentre le domande accolte sono state 3389 (2190 sono state respinte). Di questi, chiede il capogruppo azzurro, quanti sono residenti a Campi Bisenzio? E soprattutto quali saranno i lavori di pubblica utilità che saranno attivati in Città? Come previsto dalla normativa, continua Gandola, i beneficiari del reddito di cittadinanza in coerenza con il profilo professionale, sono tenuti ad offrire la propria disponibilità per la partecipazione a progetti a titolarità dei Comuni, utili alla collettività, in ambito culturale, sociale, artistico, ambientale, formativo e di tutela dei beni comuni per otto ore a settimana.  Tale obbligo è subordinato alla pubblicazione Comunale dei progetti, da effettuare entro i 6 mesi dell’entrata in vigore della normativa sul reddito entro dunque il 30 settembre prossimo. Per tale ragione, continua Gandola, con l’interrogazione presentata chiediamo di conoscere se le procedure amministrative sono già state istruite e quali siano, secondo l’amministrazione in carica,  le esigenze del territorio e le attività a cui destinare i lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità.

Al riguardo, occorre effettuare una valutazione corretta e ponderata, per non perdere questa opportunità e per calare la progettualità nel reale tessuto sociale dando efficacia a quelle “norme anti-divano”, che prevedono la sottoscrizione di un patto  per l’inclusione sociale. E’ dunque prioritario che l’amministrazione comunale individui le esigenze del territorio e le attività a cui destinare i lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità. A nostro parere, conclude il capogruppo,  sarebbe possibile adibire i destinatari del Reddito di cittadinanza per  attività ecologiche e ambientali del quale c’è grande bisogno,  per la cura del verde pubblico che lascia spesso a desiderare, o a progetti di tutela e salvaguardia dei beni culturali, assecondando ovviamente  le inclinazioni e le competenze dei singoli.

 

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